Da noi il nome di Maria Gadú era completamente sconosciuto fino a pochissimo tempo fa, ma grazie a “Shimbalaiê” la sua notorietà rischia di avere un'impennata tanto veloce quanto robusta.
Il brano infatti ha iniziato a circolare anche nel nostro paese e si sta diffondendo con facilità e velocità spiazzanti, grazie soprattutto alle atmosfere che si adattano perfettamente alla stagione estiva.
La ragazza, appena ventiquattrenne, da qualche tempo ha sviluppato nel natìo Brasile un suo stile fatto di tanta tradizione ed al tempo stesso della freschezza di un'artista al passo coi suoi tempi.
Da sempre appassionata di musica ed autrice per conto proprio, Maria Gadú con un alacre lavoro fatto di partecipazioni a festival locali e manifestazioni varie è riuscita a far arrivare la sua voce fino ai nomi che contano nella nomenclatura verdeoro.
Conquistare la stima di gente come Caetano Veloso e Milton Nascimento è di per sé una patente di credibilità inattaccabile, se poi a tutto ciò segue un ottimo album di esordio il gioco è fatto.
L'album, intitolato col nome della cantautrice, è uscito nel continente brasiliano (perché più che di una nazione si parla di un continente vero e proprio) nel 2009, riscuotendo un buon successo di pubblico – disco d'oro – e forse ancor più di critica.
Riversando nel disco quanto di buono scritto in gioventù, la ragazza ha fatto centro soprattutto con “Shimbalaiê”, composta a quanto sembra addirittura quando Maria aveva dieci anni e poi rivista ed ornata col gusto di oggi.
In tempi in cui l'orecchio generale è particolarmente attento ai brani di lingua portoghese (vedere A banda mais bonita da cidade), la canzone non poteva trovare momento migliore dell'odierno per tentare la strada internazionale.
Placidità, freschezza e dolce musicalità fanno da padroni in un brano guidato morbidamente dalla voce (soave sì, ma al tempo stesso decisa) di Maria Gadú che qui canta su una base che in mezzo alle sonorità brasiliane fa affiorare con discrezione anche le radici africane.
Radici ben visibili nel titolo, che non è solo una parola molto musicale ma ha anche un significato – per l'appunto in un dialetto africano – che unisce i concetti di anima e casa.
fonte.musicsite
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